acalasia esofagea

Cos’è?
L'acalasia esofagea è un disturbo funzionale caratterizzato da un’alterata motilità dell’esofago distale e dall’incapacità dello sfintere esofageo inferiore (SEI) a rilasciarsi in seguito alla deglutizione.
Quanto è frequente?
L’incidenza è di circa 5 casi per milione e solo il 5% di questi è costituito da bambini.
Clinica
Si distinguono sintomi a carico dell’apparato digerente e sintomi a carico invece dell’apparato respiratorio e in minor percentuale all’apparato circolatorio. Tra i primi si possono annoverare: disfagia severa, malnutrizione, esofagite severa, metaplasia della mucosa. Tra le seconde invece si registrano soprattutto infezioni respiratorie ricorrenti e nel caso in cui la malattia non fosse riconosciuta per lungo tempo i pazienti potrebbero anche andare in contro a instabilità emodinamica.
Diagnosi
Nel sospetto clinico di acalasia devono essere effettuate tre indagini principali:
- un Rx standard del torace, che consente di evidenziare un esofago dilatato, livelli idroaerei o entrambe le cose. Un esofagogramma, che conferma la dilatazione e l’assenza di contrazioni coordinate dell’esofago. Mostra inoltre l’incapacità del SEI a rilassarsi, con il caratteristico aspetto “a coda di topo” dell’esofago;
- l’endoscopia, che conferma il quadro radiologico e consente di valutare lo stato della mucosa esofagea (presenza di esofagite, metaplasia o altre cause di restringimento);
- la manometria esofagea è il test più specifico, poiché mostra il mancato rilassamento dello sfintere in seguito alla deglutizione, con una zona di alta pressione (> 30 mmHg) e assenza di onde peristaltiche nel corpo dell’esofago.
Terapia
Trattamenti conservativi, con dilatazioni esofagee e/o tossina botulinica, possono dare un sollievo temporaneo; in ogni caso la terapia definitiva è chirurgica.
L’introduzione di tecniche mininvasive ha avuto un profondo impatto sul trattamento dell’acalasia e ha reso la miotomia laparoscopica secondo Heller la terapia di scelta. Il paziente, in anestesia generale, viene posizionato supino sul tavolo operatorio, con le gambe divaricate. Vengono introdotti 5 trocars, di cui uno a livello dell’ombelico per l’ottica. L’intervento consiste nel praticare un’incisione a livello dell’ultima porzione dell’esofago e divaricare le fibre muscolari che causano l’alterata motilità. L’interventi si completa con il confezionamento di una plastica antireflusso anteriore (sec. Tall, Dor) in modo da prevenire il reflusso gastro-esofageo.