enuresi

Cos’è?
L'enuresi è un disturbo, più che una malattia. Consiste nella perdita involontaria e incosciente di urina durante il sonno in un’età (5-6 anni) in cui la maggior parte dei bambini ha ormai acquisito il controllo degli sfinteri. Fisiologicamente il bambino fino all’età di 3 anni si può bagnare di notte, perché la vescica non ha ancora raggiunto una piena maturazione sia del volume di urina che è in grado di contenere, sia dei meccanismi che permettono al bambino di controllare la fuoriuscita della pipì. Nella maggior parte dei casi il bambino ha problemi solo la notte, ma spesso sono presenti sintomi urinari anche di giorno. Sulla base dell’eziopatogenesi distinguiamo due tipi di enuresi: funzionale (primaria e secondaria) ed organica. L'enuresi funzionale primaria si ha quando il bambino non ha mai smesso di bagnare il letto durante la notte ed è dovuto a quel ritardo maturativo del controllo della minzione. Solitamente è un disturbo familiare, nel senso che una o più persone nella stessa famiglia (solitamente uno o entrambi i genitori) ha presentato questo problema più o meno a lungo. Si risolve normalmente entro la pubertà. L'enuresi funzionale secondaria si ha invece quando il bambino, che aveva già assunto il controllo della minzione durante la notte, ricomincia a bagnare nuovamente il letto. Le cause più frequenti sono problemi di tipo psicologico che si sono venuti a creare in quel periodo, come per esempio la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, la scomparsa di un parente caro al bambino o il cambiamento della casa. Questo tipo di enuresi si risolve cercando di modificare la situazione che presumibilmente ne è stata la causa e cercando di mostrare maggiore attenzione nei confronti del bambino. L'enuresi organica è invece più rara, anche se essa deve essere sempre esclusa, ed è sintomo di altre patologie. Le cause possono essere sia legate direttamente all'apparato urinario come per esempio le infezioni delle vie urinarie o malformazioni di organi dell'apparato urinario, oppure malattie a carattere generale come per esempio il diabete o malattie con associato ritardo psico-motorio o lesioni della colonna vertebrale.
Quanto è frequente?
Colpisce il 15-20% dei bambini di 5 anni, il 5% dei ragazzini di 10 anni e l'1% di quelli di 15 anni. Più frequente nei maschi.
Diagnosi
Clinica. Per parlare di enuresi la perdita di urina deve presentarsi con una certa frequenza; secondo alcuni è necessario un periodo di osservazione di almeno 2 settimane durante le quali il bimbo deve bagnare per almeno 3 volte a settimana; secondo altri l'osservazione va protratta per 3 mesi con almeno 2 notti bagnate alla settimana. Non esiste un esame strumentale specifico per l’enuresi. Tuttavia il paziente enuretico deve essere inquadrato dal punto di vista generale per escludere possibili cause di enuresi orgniche: ecografia apparato urinario, uroflussimetria con ecografia pre e post minzionale, esame urine, urino coltura, rx lombosacrale e bacino, se necessario risonanza magnetica in seconda battuta.
Terapia
L’enuresi organica merita ovviamente un trattamento immediato che si basa sulla cura della malattia che è causa dell'enuresi stessa. L’enuresi funzionale nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, per cui una eccessiva apprensione non è giustificata né da parte del genitore né tanto meno del medico. Tuttavia una adeguata terapia si rende spesso necessaria per permettere al bambino di svolgere una vita sociale normale senza limitazioni, quindi non intaccare l’aspetto psicologico e favorire il raggiungimento della sua maturità con la quale dovrebbe scomparire il disturbo. La terapia comportamentale (ginnastica vescicale, allarmi, sveglia notturna, restrizione idrica serale), che ha lo scopo di insegnare al bambino a trattenere la pipì, è sicuramente la 1 scelta. Ovviamente in questa fase è possibile ottenere dei buoni risultati solo se c’è una piena collaborazione del bambino stesso. La terapia farmacologica è invece la seconda scelta. I farmaci possibili sono essenzialmente 3: la desmopressina, con la formulazione di compresse da assumere al momento di andare a letto, che riduce la produzione di urina. La desmopressina è controindicata nei pazienti con polidipsia abitudinaria, ipertensione o patologie cardiache. I lievi effetti collaterali segnalati (<5% dei pazienti trattati) comprendono cefalea, dolore addominale, nausea e disturbi a livello nasale. L'imipramina che aumenta la capacità vescicale riducendo l’ eccitabilità del detrusore vescicale. I sintomi di un sovradosaggio comprendono tachicardia ventricolare, coma e crisi convulsive. L'ossibutinina, antispastico, che riduce le contrazioni vescicali. Gli effetti collaterali sono secchezza della bocca, flush, sonnolenza e stipsi. Imipramina e desmopressina possono essere associati.