malattia da reflusso 

Malattia da Reflusso Gastroesofageo

Cos’è?
La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è caratterizzata dal passaggio involontario del contenuto gastrico in esofago. Essa non va confusa con il reflusso gastroesofageo, che rappresenta un evento fisiologico presente in tutti i lattanti fino al 18° mese di vita. Si parla invece di malattia (MRGE) in presenza di sintomi di reflusso (pirosi, rigurgito) ed evidenza endoscopica di esofagite o delle sue complicanze. In una buona percentuale di casi si associa la presenza di ernia iatale, cioè la presenza, dovuta ad una lassità del diaframma, di parte dello stomaco in torace.
Quanto è frequente?
La percentuale (70%) dei neonati/lattanti che mostrano episodi di reflusso scende al 5% dopo i 24 mesi, trasformandosi in MRGE con quadri clinici persistenti. Interessa essenzialmente pazienti con ritardi e deficit neurologici.
Clinica
I sintomi della MRGE si distinguono in sintomi tipici e sintomi atipici. Tra i sintomi tipici si riscontrano frequentemente soprattutto la pirosi (sensazione di bruciore retrosternale, talora irradiata al collo oppure posteriormente), il rigurgito (risalita non forzata del contenuto gastrico fino al cavo orale) e la disfagia (sensazione di difficoltà nella deglutizione, spesso legata ad alterazioni motorie correlate al reflusso). Tutto questo può sfociare in quadri di rallentamento della crescita, rifiuto del cibo (segni di probabile esofagite) ed anemia. Tra i sintomi atipici, invece, si ricordano soprattutto sintomi oro-faringei, come tosse cronica, scialorrea, raucedine; laringei: laringite cronica, disfonia, ulcere e granulomi delle corde vocali; e bronco-polmonari, tra cui essenzialmente asma cronico soprattutto notturno e polmonite ab ingestis.
Diagnosi
Il primo esame da eseguire è un RX-digerente con mezzo di contrasto in modo da accertarsi della presenza del reflusso. Successivamente ma eseguita una EsofagogastroduodenoScopia (EGDS) in modo da visualizzare direttamente la mucosa esofagea e stabilire il grado di lesione della stessa. Nella medesima occasione si posiziona una sonda che permane per circa 24, collegata ad un dispositivo elettronico. Questi strumenti concorrono all’esecuzione dell pH-metria esofagea 24 ore che consente di differenziare i reflussi fisiologici da quelli patologici e con quale frequenza e intesità questi si verificano.
Terapia
La terapia si differenzia in una terapia medica ed una terapia chirurgica. La prima si caratterizza essenzialmente in condotte dietetico - comportamentali (dilazionare i pasti, eliminare cibi particolarmente irritanti, terapia posturale tramite l’assunzione di posizione semiseduta durante e dopo l’assunzione di cibo), associate in alcuni casi a terapia farmacologica con farmaci procinetici (cisapride, domperidone) e antisecretori (ranitinida, omeprezolo, lansoprazolo) per circa 8-12 settimane.
Se tale terapia non porta nessun beneficio e dagli esami emerge l’associazione con l’ernia iatale, il trattamento allora diventa chirurgico. L’intervento chirurgico è eseguito in laparoscopia, utilizzando 5 accessi di cui uno a livello della cicatrice ombelicale, e consiste nel creare una neo-valvola che impedisca il reflusso. Questa neo-valvola si crea portando parte dello stomaco ad avvolgere l’esofago. Se lo stomaco avvolge per tutti i 360° l’esofago si parlerà di “fundoplicatio sec. Nissen”; se lo avvolge per solo 270° lasciando libera la superficie anteriore si parlerà di “fundoplicazio sec. Toupet”; se, invece, ricopre solo la superficie anteriore si parlerà di “fundoplicatio sec. Thal/Door”.